Emicrania: come curarla con l’agopuntura auricolare

Una geniale intuizione del medico francese Nogier, il quale aveva osservato che pazienti affetti da sciatalgia venivano curati attraverso la cauterizzazione di un particolare punto del padiglione auricolare, diede il via negli anni ’50 allo studio dell’orecchio come strumento terapeutico per il trattamento del dolore. La sperimentazione medica in questa particolare disciplina fece rapidamente il giro dell’Europa, degli Stati Uniti, e in tempo reale approdò nella Grande Cina, maestra dell’Agopuntura.

Anche se in realtà l’Agopuntura Auricolare può essere considerata una disciplina medica a sé stante, condivide i meccanismi d’azione (che sono principalmente di tipo neuro-endocrino) con la sua sorella maggiore, l’Agopuntura tradizionale antica.

Mentre esiste una cospicua letteratura scientifica sull’utilizzo dell’agopuntura tradizionale come terapia per curare e prevenire le crisi emicraniche, l’efficacia dell’agopuntura auricolare è avvalorata solo da esperienze mediche ed evidenze aneddotiche.

La mia esperienza personale di medico nato come agopuntore tradizionale ed in seguito arricchito dalla pratica “auricolare” mi porta a dire che queste metodiche insieme sono il connubio perfetto per trattare l’emicrania nei momenti di acuzie e per avere un buon mantenimento nel tempo degli effetti terapeutici. Naturalmente ogni paziente emicranico deve aver eseguito un inquadramento di tipo neurologico prima di intraprendere un trattamento agopunturale, al fine di escludere patologie specifiche che possano causare l’emicrania (tumori cerebrali, anomalie vascolari, ipertensione, etc.).

Personalmente quando inizio a trattare un paziente emicranico pratico sempre entrambe le tecniche contemporaneamente e vado prima ad infiggere l’orecchio ed in seguito il resto del corpo con aghi tradizionali da agopuntura che vengono rimossi dopo circa mezz’ora di posa. Gli aghi auricolari invece rimangono nell’orecchio a semipermanenza (in genere hanno una durata di 15-20 giorni), e cominceranno a manifestare i propri effetti terapeutici dopo circa una settimana dal posizionamento.

Ma perché lasciare gli aghi sul padiglione? A livello del padiglione auricolare esiste una ricca innervazione, che fa capo al nervo trigemino (che raccoglie tutte le informazioni sensoriali e dolorose della testa e del collo) e al nervo vago (che regola sintomi vegetativi dell’emicrania come la nausea e il vomito) e al plesso cervicale: quindi lasciando gli aghi infissi viene effettuata una stimolazione 24 ore al giorno di quelle strutture responsabili dello scatenamento dell’emicrania e portandole ad autoregolarsi a livello del sistema nervoso centrale.

Dopo 3-4 sedute il paziente comincia ad avere reali benefici, in termini di frequenza ed intensità dell’emicrania, anche se essa può talvolta manifestarsi ancora e avere ancora necessità di farmaci. Il mantenimento in genere viene eseguito solo con l’infissione dell’orecchio, con 1 seduta al mese per 3- 4 mesi consecutivi. La terapia può essere ripetuta, soprattutto in base alla stagionalità dei sintomi, non ha particolari controindicazioni e può essere effettuata in gravidanza. Provare per credere.

Dott.ssa Federica Corrà

Medico Chirurgo specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione

Agopuntore (Attestato Italiano di Agopuntura n.2679, A.M.A.B. Associazione Medici Agopuntori Bolognesi- Scuola italo-cinese di Agopuntura aderente alla F.I.S.A.)